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Mettere a reddito una stanza, consigli e tariffe

Mettere a reddito una stanza, consigli e tariffe

Affittare una stanza in casa propria è una pratica diffusa e totalmente legale, molto richiesta da universitari e lavoratori fuori sede, i contratti di locazione previsti dalla legge per una porzione di casa sono gli stessi che si utilizzano per le locazioni che riguardano l’intero immobile. Ci sono solo due regole da seguire: firmare un contratto e dichiarare il reddito guadagnato dalla locazione del bene immobile.

Una volta individuato il tuo nuovo (co)inquilino, bisognerà stipulare un contratto di affitto. Il contratto di locazione è un obbligo, eccezion fatta per le locazioni transitorie la cui durata è inferiore ai 30 giorni consecutivi nell’anno. Esistono diversi tipi di contratto di locazione:

• Se la durata della locazione è inferiore ai 28 giorni, sarà sufficiente una scrittura privata. Questo tipo di contratto non richiede una registrazione all’agenzia delle entrate, ma solamente un attestato da consegnare all’affittuario. In seguito, il proprietario deve allegare questo attestato alla sua dichiarazione sul reddito. Attenzione: con questo tipo di contratto, la stanza può essere occupata per un massimo di 9 mesi l’anno!

• Contratto di affitto ordinario 4 + 4È la tipologia preferita se si intende locare un appartamento a lungo termine, ricercando una certa stabilità con l’inquilino. La durata è di quattro anni e i rinnovi scattano sempre per la stessa durata ad ogni scadenza. Solo il primo rinnovo è obbligatorio e solamente per il locatore (la risoluzione è possibile soltanto in specifici casi previsti per legge). Il canone è libero ed è stabilito liberamente tra proprietario di casa e conduttore.

• Contratto di affitto concordato 3 + 2Permette di locare la casa per un periodo più ridotto, ovvero tre anni. I rinnovi, invece, hanno una durata di due anni e anche in questo caso, il primo è obbligatorio per il solo locatore, salvo risoluzione nei casi specifici previsti dalla legge. L’importo del canone, in questo tipo di contratto, è calmierato rispetto a quello di mercato ed è stabilito da accordi tra associazioni territoriali di categoria ed enti locali. Per compensare il minor introito per il locatore, è stata ridotta al 10% l’aliquota della cedolare secca, in alternativa all’Irpef.

• Contratto di affitto transitorio: È una formula che si adatta perfettamente a chi intende affittare una stanza a una persona che necessita di punto di alloggio per un tempo limitato per motivi di studio o di lavoro. La durata della permanenza deve essere compresa tra 30 giorni e 18 mesi, ma soprattutto deve essere collegata a una motivazione specifica dell’inquilino, che deve essere indicata in una clausola del contratto. Infine, il canone è liberamente concordato tra le parti.

Come dichiarare il tuo reddito derivante dalla locazione? Affittando una camera in casa propria, il proprietario può godere di agevolazioni e sgravi fiscali. Ci sono due modi principali di dichiarare il proprio reddito derivante dalla locazione: tramite imposta di registro o tramite cedolare secca.

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